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Anallergico e nichel free

C’è chi è abituato a non leggere affatto le etichette dei prodotti che acquista o, meglio ancora, che vuole acquistare e chi, invece, non può farne a meno per evitare spiacevoli episodi di allergia.

Eh sì, le allergie al giorno d’oggi sono molto diffuse ed oggi le aziende si sono organizzate nel creare prodotti quanto più anallergici possibile.

Ma cosa vuol dire anallergico?

Il vocabolario Treccani definisce anallergico così:

anallèrgico agg. [comp. di an– priv. e allergico] (pl. m. –ci). – Che non determina allergia

Ma davvero esiste un prodotto totalmente anallergico? In realtà non esiste alcun tipo di sostanza anallergica. Le ipersensibilizzazioni, infatti, possono verificarsi quando si entra in contatto con qualsiasi tipo di sostanza e a seconda dei casi, anche piccole quantità di una stessa sostanza possono scatenare una reazione di una certa entità. Dunque, il termine più idoneo da usare è ipoallergenico, ovvero che è capace di limitare le allergie, di diminuire i rischi allergenici.

Oggi, infatti, le aziende cercano di evitare i più comuni allergeni, le sostanze che posso provocare un attacco di allergia, nella creazione del loro prodotto.

Pensiamo al settore della moda, per esempio, ed in particolare a quello degli accessori. In questo settore, infatti, quasi tutti i brand ( ed anche noi di Paviè) producono gioielli e bijoux nickel free o meglio nickel tested, come da normativa in vigore che vedremo più avanti.

Ma cos’è il Nichel?

Il Nichel è un metallo molto comune, ha aspetto argenteo, appartiene al gruppo del ferro ed ha caratteristiche quali durezza, malleabilità e duttilità. Un tempo era molto usato nella produzione di bijoux e gioielli. Infatti, il suo impiego in gioielleria consisteva nell’ ottenere un oro bianco al posto del più costoso palladio. Poi, da quando si è scoperto che una buona parte della popolazione femminile, e non solo, è sensibile al nichel che, a contatto con la pelle, può causare una reazione cutanea, ci sono state varie normative, la prima nel 1994 (94/27/CE), che ne hanno limitato l’uso negli oggetti destinati ad essere a contatto con la pelle.

Ad oggi, le norme di riferimento per il nickel sono le seguenti:

  • Regolamento (CE) n. 1907/2006 (c.d. Regolamento Reach) – artt. 67-73 e Allegato XVII, n. 27
  • D. Lgs. 14 settembre 2009, n. 133 – art. 16 (Disciplina sanzionatoria Regolamento REACH)
  • Norma EN 1811:2011 Metodo di prova di riferimento per il rilascio di nichel da tutti gli assemblati che vengono inseriti in parti perforate del corpo umano e da articoli destinati a venire in contatto diretto e prolungato con la pelle
  • Norma EN 12472:2009 Metodo per la simulazione dell’usura e della corrosione per la determinazione del rilascio di nichel da articoli ricoperti.

Esse stabiliscono che i limiti di rilascio del nickel sono:

  • 0,2 μg/cm2/settimana per gli oggetti da inserire negli orecchi perforati o in altre parti perforate del corpo umano durante la cicatrizzazione della ferita causata dalla perforazione (piercing);
  • 0,5 μg/cm2/settimana per i prodotti destinati ad entrare in contatto diretto e prolungato con la pelle;

Per quest’ultimi, qualora vi sia un rivestimento nickel free, tale rivestimento deve garantire che il tasso di cessione di nickel consentito non venga superato per un periodo di almeno due anni di uso ordinario dell’articolo.

Tutti i gioielli che vengono a contatto con la pelle e che presentano leghe con presenza di nichel rientrano nel campo di applicazione della normativa.

Dunque, le aziende produttrici di gioielli hanno l’obbligo di indicare la presenza di nichel (nichel tested ), naturalmente nei limiti di cessione concessi, su confezioni e/o etichette dei loro prodotti.

Ecco che noi di Paviè associamo sempre ai nostri prodotti, l’etichetta nickel free con le specifiche relative alla direttiva sul nichel. Un gesto semplice, ma capace di evitare episodi spiacevoli.

Data:

19 gennaio 2017

Categoria:

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